26.04.2025, ore 15:13

Articolo dal Corriere dell’Umbria

Articolo dal Corriere dell'Umbria
Articolo dal Corriere dell’Umbria

Sgalambro presenta il poeta umbro che canta parole: Giampaolo Bellucci

Leggendo la prefazione al nuovo libro di poesie di Giampaolo Bellucci, intitolato “Un grappolo di rose appese al sole”, già si intravede quella che sarà la natura dell’opera che si sta per affrontare. Prefazione per cui si è scomodata addirittura un’istituzione nel campo letterario come Manlio Sgalambro. Difficilmente si potrà meglio descrivere il carattere delle poesie rispetto a quanto fa il noto filosofo e cantautore, il quale inquadra perfettamente l’essenza dei testi, classificandoli per l’insolita lunghezza e l’indefinita metrica come testi ideali di canzoni che potrebbero sposarsi naturalmente alle note di melodie rock o rap.
Aggiungere qualcosa alla descrizione essenziale e precisa del filosofo, che ritorna anche nella quarta di copertina, risulta quantomeno complesso.
Innanzitutto è doveroso inquadrare l’autore del libro. Giampaolo Bellocci è originario di Foligno ma vive da sempre a Bastia Umbra, è autore di poesie, romanzi, racconti, canzoni, aforismi e articoli giornalistici, tutta la produzione è consultabile sul sito www.giampaolobellucci.it. Il suo ultimo libro è appena uscito ed è già acquistabile sul sito della casa editrice ww.cicorivoltaedizioni.com.
Apparentemente il suo stile poetico può risultare ostico, la totale assenza di punteggiatura rende difficile entrare nella sua metrica. Tuttavia se ci si concede un momento di distacco dal mondo circostante, se l’ambiente è silenzioso e si legge ad alta voce, verrà naturale trovare il suono di accompagnamento, il ritmo delle parole e dei silenzi tra di esse.
Si scoprirà come le strofe formate da più parole – mai più di una decina – risultino una sorta di preambolo e come la chiave delle poesie si trovi in quelle strofe composte da una sola, densa parola.
La metrica non è definibile secondo canoni classici, risulta varia e imprevedibile, ma con una sua logica: esemplificativa è la poesia “Come un’onda” la cui metrica alternata, se si inclina il libro in orizzontale e se si osserva il testo nella sua interezza, rende il carattere ondulatorio nella propria ripetizione scostante.
Bellucci, che ama definirsi “ladro di parole” tanto da intitolare così un suo componimento, racconta le sfaccettature della vita quotidiana – dalla cronaca più nera ai semplici piaceri giornalieri come fare un bagno – lasciando comunque sempre filtrare un raggio di speranza.
Da TuttOggi.info
Tag: Manlio Sgalambro

Un grappolo di rose appeso al sole – Copertina

Breve presentazione da parte dell’autore

Un grappolo di rose appese al sole

Corciano Festival – Video

Mimmo coletti

Crea quasi in punta di piedi, con riserbo estremo, per instillare nel lettore il silenzio della riflessione segreta, il pensiero che corre, si isola nelle fessure della memoria e richiamato in superficie diventa un cerchio, due, tre, quattro come quando si getta un sassolino nel vetro immoto di uno stagno. Giampaolo parecchio ha da raccontare e lo fa con toni mai altisonanti, mai gridati. Certo ogni esistenza è diversa, increspata da incontri, tumultuosa per eventi, dolce, carezzevole, aspra, difficile. A voltarsi indietro, a scrutare il cammino compiuto (e chi riesce a farlo è già un saggio) si scorgono i passi perduti, il tempo dissolto e ritrovato, le magie di un attimo, il buio, le speranze a braccetto delle illusioni. Ecco, il ritmo che si affaccia nelle liriche, nel suo diario di bordo, ha la cadenza lieve e anche il grido soffocato di un ricordo, di un’emozione, di un palpito, di un petalo sfiorito. Bellucci si lascia trasportare e a suo modo è un incantatore perché esplora l’animo, si proietta nelle costellazioni del privato, detta il senso di una realtà che è insieme utopia. E’ quasi ritroso nella confessione, Giampaolo, non oltrepassa il limite, detta il ritmo del cuore con periodare sciolto, a volta pure annegato nella voluta semplicità. Il che non toglie, anzi tutt’altro, la profondità del sentire, l’armonia spezzata del tempo che fluisce, la follia di un attimo, il punto fermo dell’amore, la musica delle parole strappate dalla pagina e confuse nel vento dell’invenzione. E c’è anche il lato oscuro degli anni, il precipitare nel buio, l’angoscia dell’attimo fuggente. Così si dilatano fino all’estremo gli orizzonti, si tendono in un galoppare di incertezze, di miraggi, di puntute colline del ricordo.
Sono liriche dense su cui devono poggiarsi lo sguardo e la mente. E sostare. Senza fretta, senza passare ad altro prima che l’immagine, la nota sospesa, il fremito del respiro non siano divenuti atto compiuto. Gioia della scrittura anche nel fissare la malattia dell’animo: Bellucci, sincero e forte, presente a se stesso e curioso intellettualmente, vuole spiccare il volo. L’augurio è che presto arrivi nell’azzurro totale.

Il Messaggero, di Nicola Mucci

“Per Giampaolo Bellucci”, di Giorgio Bonomi

Di Giampaolo Bellucci avevamo letto un libro di poesie, belle, piene di realtà e di sentimento, con versi liberi, a volte in rima, senza comunque un disegno preordinato.
Ora lo scrittore ci propone Il buio e la luce (Arduino Sacco Editore, Roma 2011) che ha per sottotitolo “tenebre e spiragli nella depressione”: si tratta di un romanzo breve, che si legge tutto di un fiato, in cui la storia è quella vera dell’autore. Certamente è un’autobiografia ma, allo stesso tempo, è una narrazione che riesce ad innalzarsi dal caso singolo e particolare per farsi, come deve essere l’arte se è tale, universale, cioè interessare e coinvolgere emotivamente i più.
Con una prosa asciutta ed efficacemente essenziale ci narra parte della sua vita: il lavoro da cameriere specializzato, le sue donne, i suoi amori e, poi, la malattia, la depressione. Questa è una malattia, oggigiorno assai diffusa evidentemente per ragioni di tipo sociologico, terribile, perché apparentemente il paziente sta bene o, per lo meno, non fa male a nessuno, però dentro di sé cova e si sviluppa il morbo che può annientare la persona.
Ci vuole una grandissima forza per riconoscere ed avere consapevolezza di quello che si è e che si ha: Bellucci ha dimostrato nella vita reale questa forza ed è uscito dalla malattia, anche se forse non dal malessere di vivere, condizione questa tanto vissuta da molti quanto riportata efficacemente in tanta letteratura, dal romanticismo ad oggi.  Lo scrittore allora ci offre il racconto di questa parte della sua vita, anche come consiglio per chi ne abbia necessità.
Nella lettura, abbiamo seguito lo svolgersi dei fatti narrati con trepidazione, le sue storie personali con le sue compagne, sempre riportate pudicamente e con discrezione, o l’entrata e l’uscita dalla clinica, ed anche l’alternarsi dei suoi lavori, al nord e al centro dell’Italia.
Insomma Il buio e la luce è un bel libro che fa onore allo scrittore e colui che si addentra nella lettura di esso ne esce certamente arricchito di umanità e di solidarietà.                                                                                                                         Giorgio Bonomi

“Buio e la luce”, il nuovo libro del giovane scrittore umbro Giampaolo Bellucci di Terni Magazine

“Buio e la luce”, il nuovo libro del giovane scrittore umbro Giampaolo Bellucci

“Il buio e la luce “l’ultimo lavoro di Giampaolo Bellucci pubblicato da Arduino Sacco Editore, affronta il delicato tema degli stati di alterazione mentale con un racconto dal linguaggio semplice e diretto, dove la cura delle descrizioni del mondo lavorativo e le riflessioni personali sono a tratti intarsiati da immagini poetiche pure, contaminazioni del suo essere sia poeta che autore, con studi al Cet, Centro Europeo di Toscolano di Mogol. Lo scrittore di Bastia Umbra ci accompagna in una spirale di emozioni che si snodano attraverso le esperienze e i sogni di un ragazzo di vent’anni per giungere, negli anni, alla soglia di un inspiegabile conflitto psicologico e alla battaglia contro un nemico subdolo e invisibile, triste protagonista mondano dei nostri tempi: la depressione. Solo la riscoperta di valori come l’amicizia, la famiglia e la fiducia nelle istituzioni mediche, sapranno, lentamente, sconfiggere le paure e riportare il protagonista alla normalità, nuovamente in equilibrio tra “Il buio e la luce”. Giampaolo Bellucci  nasce il 24 Giugno del 1968 a Foligno in provincia  di Perugia. Inizia a scrivere da giovanissimo e cerca di fondere le parole. Alla musica. Nel 1992 si iscrive alla SIAE  nella sezione musica. Come autore di testi letterari. In seguito collaboro con diversi. Artisti realizzando alcune demo. Nel 1998 collabora per un breve. Periodo con il giornale “Reporter”. Nel 2006 viene ammesso e frequenta il CET (Centro Europeo Di Toscolano) università  di Musica e cultura fondata da Mogol. Nel 2009 pubblica una silloge di poesie intitolata “Il treno dei pensieri”  editore  (Albatros il Filo). Dal 2010 collabora come articolista con il giornale”Corriere dell’Umbria.   Attualmente vive e lavora a Bastia Umbra .

Videointervista di Tuttoggi.info

“IL BUIO E LA LUCE”: GIAMPAOLO BELLUCCI PUBBLICA IL SUO 1^ ROMANZO

Recensione Il Buio e la Luce di Luciano Lepri

Recensione il treno dei pensieri del critico d’arte Luciano Lepri

Il Buio e la Luce quel viaggio fino a Milano Di Nicola Mucci

Direttamente dal Messaggero del 17/03/2011 150° Unità d’Italia

Il treno dei pensieri – Video

Con Giampaolo Bellucci, autore del libro, Jacopo Manna, critico letterario, letture a cura di Enrico Sciamanna
intervento musicale di Sandro Lazzeri: ha coordinato il tutto Luigino Ciotti, presidente circolo culturale Primomaggio

Poesie di Bellucci a Bastia Umbra

29/01/2010
LA NAZIONE 

Stasera alle 21 nella sala
del Consiglio Comunale
di Bastia viene presentato
il libro di poesie di
Giampaolo Bellucci “Il
treno dei pensieri”

Il circolo primo maggio presente l’opera “Il Treno dei pensieri” di Bellucci

29/01/2010
www.umbrialeft.it

La prossima iniziativa del circolo culturale “primomaggio” che sarà il 29 gennaio, alle ore 21, presso la sala Consiliare del Comune di Bastia Umbra.

Verrà presentato il libro di poesie del giovane bastiolo Giampaolo Bellucci “Il treno dei pensieri” (edito da Albatros-Il Filo). Con l’auore ne parlerà il critico letterario prof. Jacopo Manna.

Alcuni brani saranno letti dal prof. Enrico Sciamanna e la serata sarà allietata da un intervento musicale di Sandro Lazzeri alla chitarra classica.

Siete tutti invitati per premiare con la vostra presenza l’opera prima di chi, in questi tempi bui, ha la voglia e la passione di esercitarsi con la poesia.

Nicola Bossi

Lettere & incontri

29/01/2010
LIBERAZIONE

Bastia U. (Pg)
E’ un viaggio di immagini in profondità,
verso abissi di grande sofferenza:
Giampaolo Bellucci presenta
il suo libro Il treno dei pensieri
(Albatros Il Filo) alle 21 in Consiglio
comunale. Con Jacopo Manna,
Enrico Sciamanna, Sandro Lazzeri
e Luigino Ciotti

In Comune le poesie di Bellucci

29/01/2010
IL CORRIERE DELL’UMBRIA

BASTIA UMBRA (al.ga.) – Questa sera, alle 21 nella sala consiliare del Comune di Bastia Umbra, verrà presentato il libro di Giampaolo Bellucci, intitolato “Il treno dei pensieri”. Il volume, edito da Albatros-Il Filo, raccoglie le poesie del giovane autore di origini bastiole. L’appuntamento è organizzato e promosso dal circolo culturale Primomaggio, di cui è attualmente presidente Luigino Ciotti.
Presenti al tavolo dei relatori saranno Gianpaolo Bellucci, autore de “Il treno dei pensieri”, Jacopo Manna, docente e critico letterario ed Enrico Sciamanna, che presterà la voce all’interpretazione di alcune poesie scelte dalla pubblicazione, e Sandro Lazzeri, che allieterà la serata con degli interventi musicali eseguiti con la chitarra classica. L’iniziativa è aperta gratuitamente a tutto coloro che saranno interessati a partecipare, come ricorda il presidente del circolo culturale Primomaggio, che aggiunge: “Tutti sono invitati a prendere parte all’incontro, per premiare, con la presenza, l’opera prima di chi, in questi tempi bui, ha la voglia e la passione di esercitarsi con la poesia”. La lirica di Bellucci è un “viaggio in profondità” raccontato in poesia attraverso delle immagini.

Alberta Gattucci

Un libro di Bellucci

28/01/2010
IL MESSAGGERO

Il circolo culturale “Primomaggio” organizza per domani, presso la Sala del Consiglio Comunale di Bastia Umbria alle 21, la presentazione del libro di Giampaolo Bellucci “Il treno dei pensieri”. Si tratta della prima pubblicazione dell’autore, originario di Foligno, ma residente a Bastia. Interverranno il critico letterario Jacopo Manna, mentre Enrico Sciamanna farà seguire la lettura di poesie con l’intervento musicale di Sandro Lazzeri. Coordinatore dell’iniziativa sarà Luigino Ciotti, presidente del circolo bastiolo.

“Il treno dei pensieri” di Bellucci

22/01/2010
IL GIORNALE DELL’UMBRIA

BASTIA – Il 29 gennaio, alle 21, presso la sala Consiliare del Comune di Bastia Umbra verrà presentato il libro di poesie del giovane bastiolo Giampaolo Bellucci “Il treno dei pensieri” (edito da Albatros-Il Filo). Oltre all’autore interverrà il critico letterario Jacopo Manna. Alcuni brani saranno letti da Enrico Sciamanna e la serata sarà allietata da un intervento musicale di Sandro Lazzeri alla chitarra classica.

“Il treno dei pensieri”, il libro di poesie di Giampaolo Bellucci

21/01/2010
www.perugianews.it

Venerdì 29 gennaio 2010, alle ore 21, presso la sala Consiliare del Comune di Bastia Umbra, verrà presentato il libro di poesie del giovane bastiolo Giampaolo Bellucci “Il treno dei pensieri” (edito da Albatros-Il Filo). Con l’auore ne parlerà il critico letterario prof. Jacopo Manna.
Alcuni brani saranno letti dal prof. Enrico Sciamanna e la serata sarà allietata da un intervento musicale di Sandro Lazzeri alla chitarra classica.

Siete tutti invitati per premiare con la vostra presenza l’opera prima di chi, in questi tempi bui, ha la voglia e la passione di esercitarsi con la poesia.

Corriere dell’Umbria

 

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Cattivo pensiero

Mentre la fiamma del tempo

Brucia lentamente la vita

Sto accarezzando

Questo pensiero affilato fra le dita…

Questo pensiero tagliente

Diventa sempre più affascinante…

Preferisco bruciare il presente

Che continuare a soffrire inutilmente…

Tra la fiamma non appaiono sogni

Solo un fantasma di fumo

Che oramai non rappresenta più nessuno

Sento il sudore colare sulla mia bocca

Sento il suo sapore

Mentre la lama dolcemente mi tocca

Sto giocando…

Sto giocando…

Sto giocando con la morte

Nel buio della notte

Non ha un volto

Non ha un corpo

Ma mi attrae follemente…

Non ha odore

Non ha sapore

Ma la sento vicina… presente

Come un gelo nel cuore

Sto giocando…

Sto giocando…

Sto giocando con la morte

Nel buio della notte

L’idea mi attrae

Si fa sempre più forte

È un brivido freddo che mi accarezza la schiena

Mentre il cattivo pensiero si appoggia sul polso

E guarda la vena…

È qualcosa di forte

Qualcosa di astratto

Sto giocando

Sto giocando

Sto giocando con la morte

Ma non riesco a farle un ritratto

Sto giocando

Sto giocando

Sto giocando con la morte…

Nel buio della notte

Stupida poesia

Vorrei fare lo scrittore

Ma sono solo un povero scrivano

Scrivo con odio

Con amore

E con la fantasia volo lontano

Cerco ogni giorno un motivo

Per sentirmi vivo

E allora urlo tutta la mia rabbia

Con forza e determinazione

In faccia a un mondo meschino

Fatto di soprusi

Ingiustizie

E corruzione

Mi alzo ogni mattino

Cercando

Di dare a ogni cosa

Una logica spiegazione

Che sia Lontana dalla politica

Che sia Lontana dalla religione

E che non sia la solita bugia

che si legge nel giornale

o si sente alla televisione

Ma che mi spieghi

Ogni inutile esistenza

Schiacciata

Dalla furbizia dall’arroganza

E dalla prepotenza

Di chi ogni giorno

Viene messo alle corde

Di chi non riesce a rialzarsi

E più non morde

Depressione

Si è spento il sole

Nell’anima danzano

I fantasmi di mille paure

I giorni sono

Solo macchie scure

Che sfilano lenti

Attanagliati da cento tormenti

E questo cuore

È solo un groviglio di spine

E ogni suo dolore

Non conosce fine

La vita è sempre un punto interrogativo

Vorrei ritrovare un modo

Per sentirmi di nuovo vivo

Vorrei ritrovare un briciolo di rabbia

Per liberarmi da questa gabbia

Vorrei ritrovare uno stimolo o un motivo

Che mi svegli da questo torpore

Che mi renda un po’ più cattivo

Che mi faccia lottare

Contro chi in questo mondo

Tira le fila di un cuore

E decide quando un uomo

Deve andare a fondo

Annegando nel suo dolore

E sparire

Nel silenzio di un qualunque giorno

senza parole

in una solitudine

che non fa rumore.

Nati in una borgata

Nati in una borgata

dove la vita si vive

solo alla giornata

tra i rifiuti i giorni ormai finiti

come carta straccia già buttati

ogni ricordo

si dimentica

e il Lunedì

è come la Domenica

come gatti

in giro per i vicoli stretti

guardando i tramonti

tra gli odori dei cassonetti

vivendo la vita

senza ragioni

senza certezze ne stagioni

bambini senza età

che conoscono

anarchia e libertà

cani randagi senza catena

appena nati

gia fuori dal sistema

sempre alla ricerca di una ragione

per non vivere la delinquenza

e per non finire in prigione…

Settembre amaro

Me lo disse

Con una strana luce negli

Occhi

Le labbra tagliarono

Quel suo dolce sorriso

La guardai fissa nel viso

Ma non gli diedi importanza

Non capii che in lei

Era morta anche la speranza

Me lo disse mentre

Preparava

Quel suo vestito verde

Che tanto amava

Per la sua eleganza

La guardai ma non mi

Accorsi che era stanca

Non capii che ne aveva

Ormai abbastanza

Di questa vita

E non capii

Che da lì a poco

Sarebbe partita

Sole chiaro

Vento soffice respiro

Settembre amaro

Profondo sospiro

Appeso a un filo

Era lì davanti che mi

Guardava

Mentre quel vestito

Dolcemente spiegava

Non capii che tra poco

Se ne andava

Per guardare i fiori

Nel giardino dei nostri

Dolori

La guardai

Con le lacrime agli occhi

La guardai intorno

A specchi

Coperti

Era lì che dormiva

La guardai mentre partiva

E mai più tornava

Con indosso quel

Vestito verde

Che tanto amava

Sole chiaro

Vento soffice

Respiro

Settembre amaro

Profondo sospiro

Appeso a un filo

Ascoltami o mio signore

Ognuno ha le sue

Pagine chiare

E le sue pagine scure

Ti prego non portarle

Rancore

Lei aveva un cuore

Pieno d’amore

E io ora le porgo

Un fiore

Nel giardino del dolore

Sole chiaro

Vento soffice respiro

Settembre amaro

Profondo sospiro

Legato a un filo

O mio dio

Falle ascoltare

Questo canto

Fallo salire lassù in alto

Dove il sole non è mai spento

Dove c’è sempre luce

E sempre tempo…a ragioni

senza certezze né stagioni

bambini senza età

che conoscono anarchia e libertà

cani randagi senza catena

appena nati

gia fuori dal sistema

sempre alla ricerca di una ragione

per non vivere la delinquenza

e per non finire in prigione

Ogni uomo

Ogni uomo ha le sue idee

Ogni uomo ha le sue alte e basse maree

ogni uomo ha una sua vita

Ogni uomo ha una sua ferita..

ogni uomo ha una sua cultura

ogni uomo ha una sua paura.

Ogni uomo ha un suo pensiero

Ogni uomo è unico

ogni uomo è vero..

ogni uomo ha le sue convinzioni

ogni uomo ha i suoi torti

ogni uomo ha le sue ragioni

ogni uomo hai i suoi perchè

ogni uomo ha i suoi forse

i suoi ma i suoi se.

ogni uomo ha le sue manie

ogni uomo crede nelle sue sane ideologie

Ogni uomo ha un vizio

ogni uomo ha un suo pregiudizio

ogni uome è sempre convinto..

di non essere troppo finto..

ogni uomo si è peduto almeno una volta

ogni uomo ha sbattuto una porta…

ma il sesso,la religione,la pelle diversa..

poco importa,,

l’anima non conosce ragioni

sprigiona emozioni,sensazioni,

che salgono piano

senza distinzioni

tra gli uomini delle diverse nazioni

religioni

culture

ma c’è gente che ancora ha troppe paure

degli occhi a mandorla

delle pelli più scure

che sono solo belle sfumature

e ogni uomo così diverso

è posto al centro

del suo immenso universo…

Il Vaffanculo

Se il vaffanculo fosse stato un reato

a me avrebbero dato l’ergastolo…

Il vaffanculo è come un bisogno fisiologico impellente..

Lo tieni..Lo tieni..Ma quando esce..è liberatorio..

E dopo averlo detto tiri un sospiro di sollievo e

ti senti subito molto meglio..

La mia poesia preferita: Se (Lettera al figlio, 1910)

Se riesci a conservare il controllo quando tutti Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne, O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;

Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone; Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina E trattare allo stesso modo quei due impostori; Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante, E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,E perdere e ricominciare di nuovo dal principio E non dire una parola sulla perdita; Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,E a tener duro quando in te non resta altro Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù, E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;Se riesci a occupare il minuto inesorabile Dando valore a ogni minuto che passa, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling